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Leco della piazza

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Un ricciolo di vento innalza le foglie al cielo

altre ormai accartocciate cantano rotolando

strisce di nuvole rivelano la direzione del vento;

come è tiepido questo sole nella primavera di gennaio.

Quanto mi è lontana l’eco della piazza,

quel grido di libertà invade ogni angolo remoto delle città.

Non sono degni quei miserabili capi di stato

avvolti nella loro superbia tra protettive scorte umane.

Lasciate che si esprima  forte l’opinione

lasciate che le parole brucino sulla pelle

lasciate che la satira possa colpire dove l’ipocrisia governa.

Il progresso non è profitto

la fratellanza non è esproprio e sfruttamento

l’accoglienza non è elemosina

l’emigrazione non è schiavitù

la libertà non è imporre l’io ma riconoscere il noi.

L’uguaglianza è diversità e la civiltà è ascolto

la democrazia è sorella di cittadinanza

non ci sono stranieri, non ci sono ospiti, 

non ci sono clandestini

siamo familiari ognuno del suo Dio

perché la religione non è violenza

sono gli uomini violenti o falsi profeti 

che si nascondono dentro le religioni.

 

La libertà è ascoltare la voce del vento

poiché sconosciuta è la sua origine e non conosce confini,

è osservare il cielo poiché ovunque tu sia

puoi vedere le stelle per sognare un futuro

 Vittorio Orlando - 11/03/2015 15:07:00 [ leggi altri commenti di Vittorio Orlando » ]

Bella poesia :altessimi i concetti sul tema della libertà, Vittorio Orlando.

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