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al testo di Francesco Casuscelli
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Un ricciolo di vento innalza le foglie al cielo altre ormai accartocciate cantano rotolando strisce di nuvole rivelano la direzione del vento; come è tiepido questo sole nella primavera di gennaio. Quanto mi è lontana l’eco della piazza, quel grido di libertà invade ogni angolo remoto delle città. Non sono degni quei miserabili capi di stato avvolti nella loro superbia tra protettive scorte umane. Lasciate che si esprima forte l’opinione lasciate che le parole brucino sulla pelle lasciate che la satira possa colpire dove l’ipocrisia governa. Il progresso non è profitto la fratellanza non è esproprio e sfruttamento l’accoglienza non è elemosina l’emigrazione non è schiavitù la libertà non è imporre l’io ma riconoscere il noi. L’uguaglianza è diversità e la civiltà è ascolto la democrazia è sorella di cittadinanza non ci sono stranieri, non ci sono ospiti, non ci sono clandestini siamo familiari ognuno del suo Dio perché la religione non è violenza sono gli uomini violenti o falsi profeti che si nascondono dentro le religioni.
La libertà è ascoltare la voce del vento poiché sconosciuta è la sua origine e non conosce confini, è osservare il cielo poiché ovunque tu sia puoi vedere le stelle per sognare un futuro |
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